LA RIFORMA DELLA SANITA’ IN LOMBARDA
Il 13 ottobre scorso, alle ore 21.00 presso l’oratorio di Santa Maria
si è tenuta una serata sulla riforma della sanità lombarda. è intervenuto Samuele Astuti, consigliere regionale e membro della commissione sanità, affiancato da Roberto Andervill delle Acli provinciali.
Non è un segreto per nessuno che anche nella nostra Regione, quella in cui, secondo il pensiero comune, “la sanità funziona”, in realtà i tempi di attesa sono terribilmente, e a volte mortalmente, lunghi. Il risultato è che NOI cittadini - o almeno quelli tra noi che se lo possono permettere - siamo costretti a ricorrere a visite ed esami a pagamento, al punto che stando al Ministero dell’Economia e Finanze ben il 30% degli oltre otto miliardi di euro della spesa sanitaria annuale lombarda vengono in realtà pagati al privato, perché, se non puoi accedere a una prenotazione nel pubblico in tempi ragionevoli, l’unica alternava è quella.
Non è un’opinione. Probabilmente ognuno di noi lo ha sperimentato di persona.
Non è vero, purtroppo, che lasanità è uguale per tutti.
Non meno importante la crisi, che ne consegue, del Pronto soccorso. Ultimamente si sta facendo sempre più evidente anche la mancanza dei
medici di famiglia: per sopperire a questa mancanza la Regione ha aumentato la quota dei pazienti per ogni medico fino a 2200!!!
Serve costruire un sistema che guardi prima di tutto alla Sanità pubblica e territoriale e poi a quella privata.
Parlando della situazione locale, l’attenzione è stata posta sull’annuncio del nuovo ospedale unico che raggrupperebbe i due ospedali di Gallarate e di Busto Arsizio. Nel 2015 l’allora Governatore Maroni lo aveva annunciato, ma dopo 7 anni non ci sono ancora i progetti. Se partisse nel 2023 come annunciato, ci vorrebbero poi altri 7 anni per finirlo.
Nel frattempo i due ospedali mostrano criticità nel funzionamento e scarsità di personale specializzato che se ne va altrove.
Le case di Comunità
Nella nostra città è prevista dalla riforma una Casa di Comunità, presso l’ex ospedale S. Andrea in via Buttafava.
Queste Case sono le nuove strutture socio-sanitarie che entreranno a far parte del Servizio Sanitario Regionale.
È un luogo fisico, di prossimità e di facile individuazione al quale l’assistito può accedere per entrare in contatto con il sistema di assistenza.
È un nuovo modello di assistenza territoriale.
Sono previsti due tipi di case:
- hub, di riferimento, presenti ogni 40.000/50.000 abitanti: garantiscono una presenza medica per 24 ore su 7 giorni; cure primarie, assistenza domiciliare, punto prelievi, servizi di specialistica, servizi infermieristici, servizi diagnostici…
- spoke: più piccole, senza presenza medica notturna, prevista solo 12 ore su 6 giorni.
Sono garantiti servizi di cure primarie, assistenza domiciliare, servizi di specialistica, infermieristica, di collegamento con la comunità hub di riferimento…
Entro il 2024 dovrebbero esserne istituite l’80%.
Sono già tutte finanziate con il PNRR.
Sono un primo passo verso un’attenzione maggiore sul diritto alla salute dei cittadini. L’obiettivo è quello di diminuire la pressione sul pronto soccorso, aumentare il controllo sanitario locale di prossimità e garantire un più facile e celere accesso a diagnosi e cure, rispondendo in tempo alle esigenze di tutte le fasce d’età e di reddito.
Diritto alla salute come punto di partenza del diritto alla vita.
Lina