PACE. PACE. PACE.

La via della pace non si percorre con le armi:

questo è il leitmotiv che ha caratterizzato la Marcia per la Pace del 5 novembre scorso a Roma dove si sono radunati, in migliaia, cittadini, attivisti e membri del mondo associativo e della società civile per la manifestazione nazionale, promossa dalle principali reti del movimento per la pace, tra cui anche le nostre ACLI.

Riportiamo qui uno stralcio dell’intervento del nostro Presidente Emiliano Manfredonia:

"questa piazza è la voce della Pace. La guerra è il male che ricorre nella storia e ci corrode. Da quando la Russia si è assunta la responsabilità di invadere un paese sovrano, l’Ucraina e innescare la spirale di odio e di violenza, siamo stati tutti inghiottiti dal senso di impotenza e smarrimento. Ma non è mai venuta meno la nostra vicinanza e il sostegno al popolo ucraino, per chi è morto sotto le bombe, per chi fugge con la sola disperazione, per chi combatte per la propria terra. (…)     Questa piazza si rifiuta di credere che la soluzione del conflitto sia la guerra! La forza della guerra sta tutta là, nel farci credere che sia l’unica possibilità, che sia la cosa razionale, giusta da fare. Si fa assumere alla Pace il volto della paura, della resa. Urliamo forte dalla piazza di Roma. Non è così. La guerra scava l’abisso che separa gli uomini e le donne di ogni tempo, corrode la fiducia nella nostra democrazia, tinge di scuro ogni futuro. Non accettiamo la logica della guerra che tende ad allargarsi nei comportamenti, nei pensieri, nelle narrazioni, nei risentimenti. La Pace è l’unica via possibile. (…) Facciamo nostre le parole di Papa Francesco: “Chiediamo al presidente della federazione Russa di fermare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza e morte e chiediamo al Presidente dell’Ucraina che sia aperto a serie proposte di Pace.”

Che si torni a parlare dell’abolizione delle armi nucleari, che ci si faccia carico della riduzione della spesa militare che sta riempiendo gli arsenali di tutto il mondo. Chiediamo all’Italia ai paesi Europei, all’Unione Europea di assumersi la responsabilità di un dialogo per un cessate il fuoco e di non investire in armi ma in cooperazione e sviluppo. Si, lo sviluppo, perché la Pace è un aggeggio artigianale, non la si costruisce in un giorno. E’ tregua, dialogo, patto, tolleranza, condivisione. La Pace è soprattutto coraggio perché è l’unico orizzonte per guardare al futuro. La Pace è sorella della giustizia, quella che vogliamo per l’Ucraina e per il popolo Russo ingannato da una propaganda feroce. La Pace si costruisce giorno per giorno, sta nelle nostre relazioni, nelle interazioni tra popoli sovrani, la Pace sta nell’equa distribuzione delle ricchezze, la Pace da cercare è nella giustizia sociale, nel ripensare il nostro rapporto con la natura. La Pace o è integrale o non è. In questa piazza c’è il sentimento più profondo e autentico dell’Europa, nata a nuova vita dopo le atrocità del nazifascismo e della guerra mondiale. (…)

La Pace è il fondamento della civiltà nella quale ci riconosciamo. Ed è una illusione pensare che sia la guerra, le armi a riconquistare la Pace. Solo un’Europa continente di pace e di cooperazione, dove l’idea di sicurezza è fondata sul riconoscimento dei diritti e delle diversità, può essere d’aiuto e di equilibrio in questo mondo che corre sempre più veloce tra una crisi e un’altra. Non cediamo all’impotenza, dobbiamo essere ogni giorno costruttori di Pace integrale. 

Le stime dicono che almeno 100.000 persone hanno aderito a questa iniziativa, segno che il tema della pace è davvero forte e molto sentito da parte della gente.

Sono intervenuti tanti uomini e donne che rappresentano il mondo dell’associazionismo, della Chiesa, della politica, tutti affratellati dallo stesso messaggio: PACE, PACE, PACE.

Pace nei cuori, Pace dovunque, perché  l’Ucraina è in buona compagnia, visto che 163 sono i conflitti sparsi su tutto il nostro Pianeta! 

Pace che non significa solamente un’Assenza di guerra, ma anche e soprattutto Giustizia, e Solidarietà, e Cibo e Acqua alla portata di tutti, e Rispetto della Dignità delle persone, di TUTTE le persone, e Assenza di Discriminazioni, e Assenza di Razzismo.

 Altri interventi di Andrea Riccardi (presidente della Comunità di Sant’Egidio), di don Luigi Ciotti, di Rosy Bindi, di Rossella Miccio (vedova di Gino Strada e presidente di Emergency) hanno sottolineato il senso della pace, come il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei:

«Caro amico, sono contento che ti metti in marcia per la pace. Le guerre iniziano sempre perché non si riesce più a parlare in modo amichevole tra le persone. Siamo spaventati da un mondo sempre più violento e guerriero. Alcuni diranno che manifestare è inutile. Ma io desidero dirti perché la pace è di tutti e ha bisogno di tutti. È importante che tutti vedano quanto è grande la nostra voglia di pace. Ricorda che manifesti anche per quanti vogliono manifestare, ma non possono farlo. E allora grida la pace anche per loro. Quanti muoiono drammaticamente a causa della guerra? I morti non sono statistiche, sono persone. E quanta violenza resta invisibile nelle tante guerre dimenticate? Per questo chiediamo aiuto: stanno male, stanno morendo, non c’è tempo da perdere perché questo significherebbe altre morti. Non c’è futuro se non insieme. L’unica strada è riscoprirci fratelli tutti. Fai bene a non portare nessuna bandiera, ma solo te stesso. Papa Francesco ha chiesto di fermare la guerra con molta insistenza. Chiediamo al segretario generale delle Nazioni unite di convocare urgentemente una conferenza internazionale per la pace. E chiediamo all’Italia di rarificare il trattato Onu della proibizione delle armi nucleari, perché siamo consapevoli che l’umanità può essere distrutta».

Siamo vicini al Natale di Gesù, che è venuto sulla Terra per portare tutto l’amore che Dio Padre ha verso i suoi figli, allora le parole più belle per chiudere questo articolo sono proprio quelle pronunziate da Cristo: “Pace a voi!”

Luciana

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